«Non siamo all’anno zero. Poche città piccole come la nostra possiedono un patrimonio culturale di così alto livello». Una nota stonata nel coro di lamenti di quanti piangono una città morta e senza speranze viene dal presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Carrara, il chirurgo Enrico Isoppi, promotore della kermesse culturale di punta, Con-Vivere. Dottore, parliamo di come risvegliare un centro che sembra abbandonato. Da tutte le nostre interviste sono emersi come esigenze primarie i bisogni culturali... «La cultura serve per crescere, è cibo per lo spirito e aiuta ad avere consapevolezza e conoscenza, ma è anche volano e traino per altre attività come quelle commerciali e ristorative. Insomma uno strumento per migliorare il livello economico del territorio. Non sono d’accordo sul degrado conclamato della città. Quanti centri così piccoli hanno la fortuna di avere quello che abbiamo noi: tre musei, tre fondazioni, oltre alla CrC, quella del marmo, la Fondazione Conti. Sono spazi di aggregazione culturale importanti. Per non parlare delle scuole: un’Accademia che è una risorsa di grande livello, una scuola del marmo.
«Non siamo all’anno zero, pronti per il rilancio Poche città hanno le nostre potenzialità»
La Nazione
Il presidente della Fondazione CrC Enrico Isoppi sostiene i molti strumenti di un centro così piccolo: Accademia, tre musei, scuola del marmo.